Theory and History of Ontology (www.ontology.co)by Raul Corazzon | e-mail: rc@ontology.co

Parmenide di Elea. Bibliografia degli studi Italiani

Contents of this Section

Heraclitus and Parmenides

Bibliografia

  1. Abbate, Michele. 2010. Parmenide e i neoplatonici: dall'Essere all'Uno e al di là dell'Uno. Alessandria: Edizioni dell'Orso.

  2. ———. 2013. "Ferrea razionalità e logica ineludibile nel monismo ontologico assoluto di Parmenide." Anuario Filosófico no. 46:79-119.

    Abstract: "The proposed monistic interpretation of Parmenides' ontology appears confirmed by the inescapable logic that permeates his whole thought. In spite of the fragmentary nature of his poem, it is possible to reconstruct the ironclad rationality of the Parmenidean ontology. This intrinsically coherent logic shows the absolute necessity of the monistic nature of being. From this perspective the absolute incompatibility between the perfect rationality and coherence of truth and the deceptiveness and inconsistency of doxa is made evident."

  3. Adorno, Francesco. 1988. "Da Platone a Parmenide, da Parmenide a Platone." La Parola del passato no. 43:7-18.

    "Presents a study of the influence of Parmenidean philosophy on the formation of Plato's metaphysics." [N.]

  4. Armaro, Gabriella. 2016. La dottrina platonica delle idee tra il Parmenide e il Timeo. Roma: Stamen.

  5. Battezzato, Luigi. 2005. "Le vie dell’Ade e le vie di Parmenide. Filologia, filosofia e presenze femminili nelle lamine d’oro “orfiche”." SemRom. Seminari Romani di cultura greca no. 8:67-99.

  6. Beaufret, Jean. 2023. Parmenide: il Poema. Milano: Christian Marinotti Edizioni.

  7. Berrettoni, Pierangiolo. 2013. "Dall'orfico καλεῖν all'ὀνομάζειν parmenideo." In Comparing Ancient Grammars: The Greek, Syriac and Arabic Traditions, edited by Eco Conti, Sara and Farina, Mergherita, 65-96. Pisa: Edizioni della Normale.

  8. Berti, Enrico. 2002. "L’essere e le sue regioni: da Parmenide ad Aristotele." In Enosis kai philia = Unione e amicizia: omaggio a Francesco Romano, edited by Barbanti, Maria, Giardina, Giovanna and Manganaro, Paolo, 25-41. Catania: Edizioni CUECM.

    Ristampato in E. Berti, Nuovi studi aristotelici, Vol. I, Brescia: Morcelliana, 2004, pp. 345-363.

  9. Bontempi, Milena. 2013. La fiducia secondo gli antichi. 'Pistis' in Gorgia tra Parmenide e Platone. Napoli: Editoriale Scientifica.

    "... il punto d’arrivo del presente percorso [è] dedicato ad alcuni passaggi filosofici che hanno al centro la nozione di pistis intesa nel senso per cui essa definisce una relazione — la relazione di fiducia, e altresì l’affidamento (ovvero la credenza in altri), la fedeltà, l’affidabilità e la garanzia che essa comporta. Ad occuparci saranno pochi luoghi e pochi autori che individuano in tale relazione una sorta di punto-limite e di nucleo elementare capace insieme di definire e regolare i rapporti umani. Si tratta di Gorgia soprattutto, e in particolare dell'Apologia di Palamede, che andrà però letta in riferimento agli altri aspetti del suo pensiero. Ma si tratta ancor prima di Parmenide, il cui percorso d’indagine teoretica è all’insegna del logos perché questo è pistos, affidabile. E si tratta infine di Platone, in alcuni passi (di Repubblica e Leggi) che impongono riflessioni sulla pistis intesa in modo specifico nell’accezione relazionale, e lo fanno non senza connessioni con l’approccio gorgiano." (p. 9)

    (...)

    "Sfondo logico e contrappunto ontologico alla posizione gorgiana, padre da superare per quella platonica, è, notoriamente, il poema di Parmenide: qui pistis ricopre una posizione letteralmente nodale e, nonostante si presenti su un fronte dell’essere e del conoscere opposto a quello in cui la collocheranno sia Gorgia sia Platone, i significati che lì le si attribuiscono rimarranno vigenti e determinanti anche per costoro. Perciò, pur nella parzialità dell’operazione dal punto di vista strettamente storiografico, assumeremo l’Eleate come premessa per arrivare in età sofistica." (p. 23)

    (...)

    "Solo il logos che svolge la prima via è logos pistos: o, meglio, poiché di logos si parla in effetti solo in ambito di eon e noein, l’affidabilità che è propria del logos e del pensiero intorno alla verità (noema; 8, 50-51) vien meno passando alle opinioni dei mortali, al loro cosmo di parole suscettibile d’inganno (51-52). Solo il logos è pistos: abbandonare la strada da esso tracciata è abbandonare la strada segnata da pistis. Così come solo la pistis che bandisce le doxai è alêthês: non perché sia possibile una pistis non alêthês, in quanto di pistis si parla solo in contrapposizione al cosmo dei mortali. E però la verità che a pistis si salda vien meno se si cede alle abitudini espressive e cognitive del mondo. Sicché, come il logos è sempre pistos e la pistis ne è una caratteristica certa, così la verità è un carattere proprio e certo di pistis, laddove alêtheia non sempre in grado altrettanto sicuro sostiene ciò di cui siamo persuasi. La verità, come correlato del dire, può essere velata dal dire stesso, che rende una parvenza: ma se il dire è logos, ovvero è pistos, l'alêtheia ne è correlato certo in senso pieno e non, invece, nel modo frammentato e apparente (quindi non-alêthês, ovvero ingannevole) del kosmos e della glossa." (p. 46)

  10. Calenda, Guido. 2011. Epistemologia greca del VI e V secolo a.C. Eraclito e gli eleati. Roma: Aracne.

    Indice: Introduzione 11; 1. Il contesto storico 19; 2. Le intuizioni di Eraclito 41; 3. Le dimostrazioni di Parmenide 139; 4. Le ragioni di Zenone 219; 5. Gli equivoci di Melisso 265; 6. Influenza del pensiero eleatico 299; 7. Frammenti 317; Bibliografia 369; Indice delle citazioni 393; Indice degli autori antichi 399; Indice degli autori moderni 407; Indice degli argomenti 415-423.

  11. ———. 2017. Un universo aperto. La cosmologia di Parmenide e la struttura della terra. Bologna: Diogene Multimedia.

  12. ———. 2020. "Rilevanza epistemologica dell’ontologia parmenidea." Anais de Filosofia Clássica no. 27:121-145.

    Riassunto: "È possibile intendere l’essere di Parmenide come la ‘totalità dell’esistente’.

    L’intuizione di Parmenide è che l’essere è un continuum compatto (fr. 4), e egli fornisce una dimostrazione logica di questa intuizione riconoscendo che il non-essere, che solo potrebbe dividere l’esistente in una molteplicità di esseri, non esiste. Di onseguenza, la conoscenza dell’essere può soltanto essere l’apprendimento della totalità dell’essere nel suo insieme – una forma di conoscenza che è inconcepibile per l’uomo.

    La conoscenza umana si articola sempre in concetti, immagini, relazioni…, espresse da i loro nomi. Gli uomini dunque non colgono l’essere stesso ma, al più, alcuni limitati aspetti di una minima parte di esso, come appaiono da prospettive umane e personali. Parmenide attribuisce l’epiteto ‘dalla doppia testa’ a quei mortali che pretendono che le loro verità rappresentino la realtà dell’essere, perché questa pretesa implicherebbe l’esistenza insieme dell’essere e del non-essere. Questa concezione epistemologica è l’unico risultato che conti dell’ontologia di Parmenide. L’epistemologia di Parmenide scioglie molti degli enigmi filosofici del suo tempo, mostra che i cosiddetti paradossi di Zenone sono argomenti validi e prefigura le dottrine di Protagora e Gorgia."

  13. Calogero, Guido. 1932. Studi sull'Eleatismo. Roma: Tipografia del Senato del dott. G. Bardi.

    Seconda edizione con due nuove appendici, Firenze, La Nuova Italia, 1977; la prima edizione è stata tradotta in tedesco da Wolfgang Raible: Studien über den Eleatismus Darmstadt, Wissenschaftliche Buchgesellschaft, 1970.

    Indice: Avvertenza alla prima edizione VII; Avvertenza a questa nuova edizione IX-XIX; I. Parmenide 1; II. Melisso 69; III: Zenone 105; Iv. Gorgia 189; V. Il "parmenide" platonico 269; Appendici. I. Senofane, Eschilo e la prima definizione dell'onnipotenza di Dio (Guido Calogero); II. Recensione di Kurt von Fritz agli Studi sull'eleatismo di Guido Calogero 335; Indice dei nomi e dei luoghi 361-366.

  14. ———. 1936. "Parmenide e la genesi della logica classica." Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa no. 5:143-185.

    Ristampato in: G. Calogero, Storia della logica antica, vol. I, Bari: Laterza, 1967.

  15. ———. 1967. Storia della logica antica. Vol. I. L'età arcaica. Bari: Laterza.

    (Gli altri volumi previsti non sono stati pubblicati).

    Indice: Prefazione IX-XI, Introduzione 1; Libro primo. L'età arcaica. I. La struttura del pensiero arcaico 33; II. Eraclito 63; III. Parmenide 109; IV. Zenone e Melisso 171; V. Empedocle 209; VI. Anassagora 251; VII. Diogene di Apollonia 317; VIII. Leucippo e Democrito 363; Indice dei nomi 455; Indice de passi 461; Indice dei termini 467-470.

    "Per i Greci di età preparmenidea le varie forme di είναι « essere », cioè i molti tipi verbali che le seriori schematizzazioni dei grammatici avrebbero poi raggruppati e ordinati sotto l'esponente di quel « modo infinito », costituivano un complesso di strumenti significativi che essi adoperavano con la stessa spontanea libertà con cui se n’è valso e se ne varrà sempre, in ogni ambiente linguistico non privo di quel motivo semantico, il parlante idealmente preparmenideo, cioè non preoccupato delle formali difficoltà del suo uso. Chi voglia intendere la posizione di Parmenide nella sua genuina freschezza storica deve perciò riportarsi a quell’ambiente e a quell’uso: deve rifarsi Parmenide, tornare al suo primitivo ed ingenuo orizzonte mentale, presupporre i suoi soli presupposti e lasciar da parte tutti quelli di cui la sua coscienza di storico è arricchita dai ventiquattro secoli dell’evoluzione di quel problema dell’essere, che appunto in quanto nacque da Parmenide non fu la premessa di Parmenide." (p. 109)

    (...)

    "Ormai legittimata anche nelle sue coerenti difficoltà, la teoria della doxa completa dunque ed accentua, coi suoi chiaroscuri, quella fisionomia del pensiero di Parmenide, i cui lineamenti primari risultano schietti già dalla sua concezione della realtà verace. Così nell'una come nell'altra egli resta il massimo eroe ellenico della verità parlata: il più potente traduttore di contingenze linguistiche in presunte situazioni e problemi di realtà. Nasce in un ambiente abituato a sentire su un solo piano l'infinito divergere e contrastare dei nomi e delle cose; ed ha per contemporaneo Eraclito che, persuaso di scoprir la legge del mondo in quello stesso guerreggiare delle cose nominate, era perciò condotto ad enunciarla in un linguaggio in cui il « no » disdiceva il « sì » e l'« è » era oppugnato dal « non è ». Egli invece sente l'« è» come la parola stessa della verità, e non può tollerare che sia contaminata dal « no »: deve quindi accogliere come verace solo ciò il cui « è » sia affatto immune da « no », e rifiutare come apparente anche tutto l'universo visibile, quando la multiforme sua realtà enunciabile appaia soggetta a quel contagio. Giunge così, da un lato, a proclamar reale « ciò che è », l'« ente », che solo risponde a quella suprema Necessità e Giustizia del Vero. Apre dall'altro il vasto abisso del « no », in cui precipita tutto quanto non regge al paragone del sí » dell'« è ».

    Suoi epigoni sono quindi, d'allora in poi e per millenni, tutti coloro che credono che l'« ente » o l'« essere » sia una realtà o un problema, e non una maschera verbale di molte possibili realtà e problemi; coloro che vedono nell'antitesi del sì e del no, dell'affermazione e della negazione non una contingente struttura del linguaggio ma una fatale guisa della realtà, una discriminazione assoluta spezzante il cosmo in due parti, il positivo e il negativo, la luce e la tenebra dell'essere; coloro che sulla base di tale antitesi costruiscono le loro logiche e con esse l'intero quadro del mondo, e coloro che capovolgendo quelle logiche costruiscono sulla stessa base le loro dialettiche, e con esse l'intero quadro del mondo. Suoi successori sono invece coloro che, pur appartenendo ad età ancora fortemente dominate dal senso arcaico del linguaggio e quindi subendo in varia misura l'influsso di quello spontaneo atteggiamento mentale, accentuano sempre più la reazione critica nei suoi riguardi, e riescono a volta a volta a liberarsi da talune delle sue difficoltà: coloro che non accettano quelle parole-realtà come tali, ma per intenderle le analizzano, e s'accorgono come in tale analisi si scinda e moltiplichi anche la loro presunta realtà; coloro che scoprono quante esperienze concrete possano celarsi sotto il puro « no » di Parmenide, quanti significati assumere, non solo nelle sfere dottrinali in cui vivono l'esistenza la predicazione la realtà l'identità la necessità ma anche nell'universale uso semantico, il suo astratto e solitario « è ». La storia della logica occidentale è in questo senso la storia degli sforzi, con cui il pensiero lentamente si affranca dalla servitù parmenidea." (pp. 151-153)

  16. ———. 1974. "Plotino, Parmenide e il 'Parmenide'." In Plotino e il neoplatonismo in Oriente e in Occidente (Roma, 5-9 ottobre 1970), 49-59. Roma: Accademia nazionale dei Lincei.

  17. Capizzi, Antonio. 1975. Introduzione a Parmenide. Bari: Laterza.

  18. ———. 1975. La porta di Parmenide. Due saggi per una nuova lettura del Poema. Roma: Edizioni dell'Ateneo.

  19. ———. 1987. "Trasposizioni del lessico omerico in Parmenide ed Empedocle. Osservazioni su un problema di metodo." Quaderni Urbinati di Cultura Classica no. 25:107-118.

  20. ———. 1988. "Quattro ipotesi eleatiche." La Parola del passato no. 43:42-60.

  21. Cardelli, Emanuela. 2008. Eidos, tra diversità e molteplicità: uno studio dalParmenide di Platone. Roma: Aracne.

  22. Casertano, Giovanni. 1974. "Una nuova lettura di Parmenide." Atti della Accademia di Scienze morali e politiche della Società nazionale di Scienze, Lettere ed Arti di Napoli no. 85:379-421.

  23. ———. 1978. Parmenide il metodo la scienza l'esperienza. Napoli: Guida.

    Ristampa: Napoli: Loffredo 1989.

    "Avvertenza. Per il testo dei frammenti parmenidei, ci siamo serviti della raccolta di H. Diels - W. Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker, Dublin-Ziirich 1968 (13 ed.); le varianti rispetto a questo testo sono state sempre indicate e discusse nel corso del commento o delle note. Della stessa raccolta ci siamo serviti anche per le testimonianze su Parmenide, come per i frammenti e le testimonianze riguardanti gli altri presocratici. Le traduzioni italiane delle testimonianze su Parmenide e dei testi relativi agli altri presocratici che appaiono nel volume si intendono prese sempre - qualora non sia indicato diversamente - da I presocratici. Testimonianze e frammenti, a cura e con Introduzione di G. Giannatoni, Voll.. 2, Bari 1969 (le traduzioni sono di: M. Gigante, G. Giannantoni, R. Laurenti, A. Maddalena, P. Albertelli, V.E. Alfieri, M. Timpanaro Cardini).

    L'ordine dei frammenti parmenidei da noi offerto è diverso da quello di Diels-Kranz, ma alla nostra numerazione abbiamo fatta seguire tra parentesi quella del DK per consentire un più agevole confronto con la classica edizione; per la stessa ragione, nel corso del commento e delle note, tutti i rimandi sono stati fatti conservando la numerazione tradizionale."

  24. ———. 1988. "Astrazione ed esperienza. Parmenide (e Protagora)." La Parola del passato no. 43:61-80.

  25. Cassio, Albio Cesare. 1996. "Da Elea a Hipponion e Leontinoi: Lingua di Parmenide e testi epigrafici." Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik no. 113:14-20.

  26. Cavarero, Adriana. 1984. L'interpretazione hegeliana di Parmenide. Trento: Verifiche.

  27. ———. 1988. "Platone e Hegel interpreti di Parmenide." La Parola del passato no. 43:81-99.

  28. Cerri, Giovanni. 1997. "Il v. 1, 3 di Parmenide: la ricognizione dell'esperienza." In Mousa. Scritti in onore di Giuseppe Morelli, 57-63. Bologna: Patron.

  29. ———. 1999. "La poesia di Parmenide." Quaderni Urbinati di Cultura Classica no. 63:7-27.

  30. ———. 2005. "Parmenide fisico." SemRom. Seminari Romani di cultura greca no. 8:101-112.

  31. ———. 2008. "La sezione astronomica del poema parmenideo." Aion. Annali dell'Istituto universitario Orientale di Napoli. Sezione filologico-letteraria no. 30:27-37.

  32. ———. 2011. "La fisica di Parmenide." In Ontologia scienza mito. Per una nuova lettura di Parmenide, edited by Ruggiu, Luigi and Natali, Carlo, 51-80. Udine: Mimesis.

  33. ———. 2019. "Parmenide in Lucrezio. (Parm. B 12, 3-6 = Lucr, 1, 19-21)." In ὁδοὶ νοῆσαι. Ways to Think. Essays in Honour of Néstor-Luis Cordero, edited by Pulpito, Massimo and Spangenberg, Pilar, 207-212. Bologna: Diogene Multimedia.

    Riassunto: "L'autore approfondisce il confronto tra Lucr. 1,21 e Parm. B 12,3 D.-K., non limitandosi, come ha fatto finora la critica moderna, ai due singoli versi presi in se stessi, ma spingendosi a considerare nel suo insieme la struttura dei due interi poemi Sulla natura."

  34. Colli, Giorgio. 2003. Gorgia e Parmenide. Lezioni 1965-1967. Milano: Adelphi.

  35. Colombo, Alberto. 1972. II primato del nulla e le origini della metafisica. Per una ricomprensione del pensiero di Parmenide. Milano: Vita e Pensiero.

  36. Condello, Federico. 2016. "Nuovi studi parmenidei tra filologia e dialettologia." Eikasmos. Quaderni Bolognesi di Filologia Classica no. 27:495-519.

    Recensione di Enzo Passa, Parmenide. Tradizione del testo e questioni di lingua e Franco Ferrari, Il migliore dei mondi impossibili. Parmenide e il cosmo dei Presocratici.

  37. D'Alessio, Giovan Battista. 1995. "Una via lontana dal cammino degli uomini: (Parm. frr. 1+6 D.-K. ; Pind. Ol. VI 22-27 ; pae. VIIb 10-20)." Studi Italiani di Filologia Classica no. 13:143-181.

  38. d'Hoine, Pieter. 2017. "Parmenide neoplatonico: intorno a un nuovo studio sulla presenza di Parmenide nel commento alla Fisica di Simplicio." Méthexis.International Journal for Ancient Philosophy no. 28:188-198.

    A proposaito del libro di Ivan A. Licciardi, Parmenide tràdito, Parmenide tradìto nel commentario di Simplicio alla Fisica di Aristotele (Symbolon 42), Sankt Augustin, Academia Verlag, 2016.

  39. de Simone, Giovanni. 2016. "«Ein Verkanntes Fragment des Parmenides». Una proficua ipotesi di lavoro." Syzetesis. Associazione filosofica no. 3:183-194.

  40. ———. 2016. "Gli aspetti della cosmologia parmenides in 28 B10 DK." Lexicon Philosophicum no. 4:43-64.

  41. Dorandi, Tiziano. 2009. "Parmenide, Senofane e Anassimandro (Una nota a Diog. Laert. IX 21)." Elenchos.Rivista di Studi sul Pensiero Antico no. 30:347-353.

    Abstract: "A new inspection of the B manuscript of Diogenes Laertius' Lives of Eminent Philosophers allows to restore the text of the beginning of Parmenides' Life (IX 21) in a way that corresponds with Diogenes', and also to eliminate an obvious syntactic difficulty."

  42. Drivet, Dario, and Teaversa, Claudia. 2006. "Realtà e apparenza del cielo: la filosofia di Parmenide e Zenone." Filosofia no. 57:3-81.

  43. Ducci, Edda. 1963. "Il τό έόν parmenideo nella interpretazione di Simplicio." Angelicum no. 40:173-194.

  44. ———. 1963. "Il τό έόν parmenideo nella interpretazione di Simplicio (seconda parte)." Angelicum no. 40:313-327.

  45. ———. 1964. "Il τό έόν parmenideo nella interpretazione di Filopono." Rassegna di scienze filosofiche no. 17:253-300.

  46. Ebner, Pietro. 1966. "Parmenide medico Ouliades." Giornale di Metafisica no. 21:103-114.

    Ristampato in P. Ebner, Studi sul Cilento, vol. I, Salerno: Acciaroli 1996, pp. 195-202 e in id., Velia e la Scuola di Medicina, Salerno: Acciaroli 1997, pp. 35-51.

  47. Fazzo, Silvia. 2020. "Una versione progredita della teoria delle idee nel papiro di Ai Khanoum: una scoperta nella scoperta." Elenchos no. 41:157-163.

    Abstract: "The paper firstly focuses on a rare vox, that is, the verb μετίσχω, as a new finding in two different sources: the Π text of Methaphysics Lambda 1075b19 and the “Ai Khanoum philosophical papyrus” (not only at column II.9, but arguably at II.11 and IV.8–9 as well). Using the verb μετίσχω testifies for a “2.0 version” of the theory of ideas, in a subsequent phase to Plato’s Parmenides. Xenocrates is likely to have played a role. This suggests a deeper connection than previously thought between Aristotelian theories and Plato’s Academy."

  48. Ferrari, Franco. 2003. "Il ritorno del «kouros»: tradizione epica e articolazione narrativa in Parmenide 28 B 1 D.-K." In Des géants à Dionysos : mélanges de mythologie et de poésie grecques offerts à Francis Vian, edited by Accorinti, Domenico and Chuvin, Pierre, 189-205. Alessandria: Edizioni dell'Orso.

    Discussione del significato filosofico-iniziatico del viaggio parmenideo, e dell'identità delle due dee menzionate ai v. 3 e 22, in cui si possono riconoscere rispettivamente l'Aurora e la Notte.

  49. ———. 2005. "L'officina epica di Parmenide: due sondaggi." SemRom. Seminari Romani di cultura greca no. 8:113-129.

  50. ———. 2010. Il migliore dei mondi impossibili: Parmenide e il cosmo dei presocratici. Roma: Aracne.

  51. ———. 2010. "Equiparazionismo ontologico e deduttivismo: l’eredità di Parmenide nella « gymnasia » del « Parmenide »." In Il quinto secolo: studi di filosofia antica in onore di Livio Rossetti, edited by Giombini, Stefania and Marcacci, Flavia, 357-368. Passignano sul Trasimeno: Aguaplano.

  52. ———. 2012. "Afrodite timoniera del cosmo nel racconto di Parmenide." In Tradizioni mitiche locali nell'epica greca. Convegno internazionale di studi in onore di Antonio Martina per i suoi 75 anni: Roma, 22-23 ottobre 2009, 121-146. Roma: Scienze e Lettere.

  53. Ferrero, Giovanni. 1979. "La via della Demone. Per lo studio sulla genesi e la struttura del poema di Parmenide." In La matematica della civiltà arcaiche. Egitto, Mesopotamia, Grecia, edited by Giacardi, Livia and Roero, Silvia Clara, 283-321. Torino: Stampatori didattica.

  54. Forcignanò, Filippo. 2010. "« Illimitata pluralità »: l'argomento del regresso in Parm. 132a-b2." Acme: Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Milano no. 63:31-74.

  55. Franchi, Leonardo. 2017. "Alcune osservazioni sul procedimento logico di Parmenide." In Physiologia: Topics in Presocratic Philosophy and its Reception in Antiquity, edited by Vassallo, Christian, 199-226. Trier: AKAN-Einzelschriften - Wissenschaftlicher Verlag.

  56. ———. 2018. "Parmenide e l'origine della nozione di nulla." Giornale Critico della Filosopfia Italiana no. 97:247-274.

  57. ———. 2019. "Gabriele Giannantoni interprete di Parmenide." In μέγιστον ἀγαθόν. La storiografia filosofica di Gabriele Giannantoni. Atti della giornata di studio (Roma, 30 novembre 2018), edited by Brancacci, Aldo, 31-47. Bologna: Diogene Multimedia.

  58. Fränkel, Hermann Ferdinand. 1997. Poesia e filosofia della Grecia arcaica: epica, lirica e prosa greca da Omero alla metà del V secolo. Bologna: Il Mulino.

    Traduzione di Carlo Gentili.

  59. Fratticci, Walter. 2008. Il bivio di Parmenide ovvero la gratuità delle Verità. Siena: Cantagalli.

  60. ———. 2015. "Parmenide: suoni, immagini, esperienza. A proposito di una nuova lettura." Peitho. Examina Antiqua no. 6:295-330.

  61. ———. 2020. "Apeonta, pareonta. Sul frammento B4 DK." Anais de Filosofia Clássica no. 27:271-296.

    Riassunto: "L’orizzonte interpretativo entro cui questo lavoro si inserisce è quello della discussione del rapporto tra la dottrina dell’essere e quella dell’opinione nel poema di Parmenide. Rifiutando la prospettiva di una qualche separazione o opposizione tra le due parti in cui esso tradizionalmente viene diviso, sostengo la tesi dell’unità teorica del Poema.

    Dopo aver mostrato come una tale unità sia richiesta dall’impianto generale del pensiero di Parmenide, individuo nel frammento 4 il luogo in cui Parmenide articola il passaggio tra le due dottrine. Il Poema offre pertanto una positiva visione della realtà, dove l’ontologia pone le premesse di un’originale spiegazione dei fenomeni naturali."

  62. Fronterotta, Francesco. 1994. "Essere, tempo e pensiero: Parmenide e l’ «origine dell’ontologia»." Annali della Scuola Normale Superiore di Pisa. Classe di Lettere e Filosofia no. 24:835-871.

  63. ———. 2000. "La dottrina eleatica dell’ ‘unità del tutto’: Parmenide, il ‘Parmenide’ platonico e Aristotele." Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici no. 17:31-53.

  64. ———. 2011. "Citazione o frammento? Sulla tradizione indiretta dei filosofi preplatonici: Il caso di Parmenide." In Le opere dei filosofi e degli scienziati: filosofia e scienza tra testo, libro e biblioteche: atti del convegno, Lecce, 7-8 febbraio 2007, edited by Meschini, Franco A., 61-76. Firenze: Olschki.

  65. ———. 2011. "ὑπόψεσιω e διαλέγεσψαι: metodo ipotetico e metodo dialettico in Platone " In Argument from Hypothesis in Ancient Philosophy, edited by Longo, Angela and Del Forno, Davide, 43-74. Napoli: Bibliopolis.

  66. ———. 2016. "Il verbo « noein » nel fr. 3 DK di Parmenide." Methodos: Savoirs et Textes.

    English abstract: "In this paper I examine the traditional reading of Parmenides’ fr. B3 (τὸ γὰρ αὐτὸ νοεῖν ἐστίν τε καὶ εἶναι), which implies a strong “identity” between thinking and being, suggesting the hypothesis of a “correspondence” of what is thinkable and what is. These considerations lead me to defend a translation of fr. B3, which seems to me the less anachronistic: “For there is the same thing for being thought and for being”. I discuss in what follows the meaning of the verb νοεῖν and of the connected terms in Parmenides’ Poem (especially in fr. B4). I indicate three interpretative options of νοεῖν: 1. As a form of purely intellectual knowledge of true being (that is, the intelligible); 2. As a form of propositional or “veritative” knowledge concerning the truth or the falsity of a proposition; 3. As a capacity of “catching a situation”, of “recognising” something or someone, suggesting a meaning of being that implies the simple observation of the being of things and of the sensible world."

  67. ———. 2020. "Per una critica della conoscenza sensibile: « vista » e « udito » fra Eraclito e Parmenide." Antiquorum Philosophia no. 14:11-21.

  68. Gadamer, Hans-Georg. 2002. Scritti su Parmenide. Napoli: Istituto Italiano per gli Studi Filosofici.

    Indice: Hans Georg Gadamer e l'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici di Antonio Gargano V-XII; Parmenide nell'interpretazione di Kurt Riezler [Gnomon, 2, 1936, pp. 77-86, ristampato in Gesammelte Werke (GW) vol. 6, Mohr Tubingen 1985, pp. 30-38] 3;

    Ritrattazioni [Varia Variorum. Festsgabe für K. Reinhardt, Böhlau-Verlag, Münster, 1952, pp. 58-68, ristampato in GW vol. 6, pp. 38-49] 19; Ancora sull'interpretazione di Riezler [Nachwort alla ristampa di K. Rielzler Parmenides, Frankfurt 1970, pp. 92-102, ripreso in GW vol. 6, pp. 49-57] 39; Parmenide, ovvero l'aldiqua dell'essere [La Parola del Passato, 43, 1988, pp.143-176, ristampato in GW, vol. 7, Mohr Tübingen 199, pp. 3-31] 53; Testo del poema dottrinale (H. Diels - W. Kranz, Die Fragmente der Vorsokratiker) 101-106.

  69. ———. 2018. Parmenide. Napoli: La Scuola di Pitagora.

  70. Galgano, Nicola Stefano. 2012. "Parmenide inventore del non essere." Bollettino della Società Filosofica Italia no. 206:3-12.

  71. ———. 2017. I precetti della dea. Non essere e contraddizione in Parmenide di Elea. Bologna: Diogene Multimedia.

  72. ———. 2019. "Parmenide B 2.3: dall’esperienza immediata del non essere alla doppia negazione." In ὁδοὶ νοῆσαι. Ways to Think. Essays in Honour of Néstor-Luis Cordero, edited by Pulpito, Massimo and Spangenberg, Pilar, 101-112. Bologna: Diogene Multimedia.

    Riassunto: "Uno dei chiché più comuni contro la logica usata nel poema parmenideo è l’accusa della presenza di contraddizione fra le affermazioni della dea sull’impossibilità di conoscere e esprimere il non essere (DK B 2.5-8) e l’uso in particolare del non essere, ma più in generale della negazione lungo tutti i frammenti. Come esempio di questa contraddizione, uno dei passaggi più citati è B 2.3, dove Parmenide usa la doppia negazione. Si presume che Parmenide si contraddica quando dice che ‘è’ (qualunque cosa sia questo ‘è’) non è non essere. La contraddizione appare se si prendono entrambe le negazioni in senso predicativo e sparisce se si tiene la seconda in senso esistenziale. Tuttavia, considerare il non essere come esistenziale costituisice esattamente la proibizione della dea, restituendo l’argomento alla contraddizione. L’articolo vuole mostrare che non c’è contraddizione nell'argomento di Parmenide ed esamina in tre parti l’uso che egli fa del non essere e della negazione. La prima parte presenta il fr. 2 e il significato problematico del suo uso delle negazioni. La seconda parte studia il non essere “esistenziale” come una possibile esperienza di ‘ciò che non è’, evidenziando che tale esperienza accade nelle nostre comuni funzioni psicologiche di percezione, e lo fa usando soltanto nozioni elementari del senso comune, come devono essere state quelle di Parmenide. Infine, la terza parte distingue la negazione predicativa da quella esistenziale in B 2.3 concludendo che non ci può essere nessun inganno: la prima negazione è predicativa e la seconda è esistenziale, dunque non c’è contraddizione nell’uso delle negazioni nel fr. 2."

  73. Germani, Gloria. 1988. "Aletheie in Parmenide." La Parola del passato no. 43:177-206.

  74. Giannantoni, Gabriele. 1988. "Le due 'vie' di Parmenide." La Parola del passato no. 43:207-221.

  75. Gigante, Marcello. 1967. "Parmenide e i medici nelle nuove iscrizioni di Velia." Rivista di Filologia e di Istruzione Classica no. 95:487-490.

  76. Gras, Michel. 2021. "Tornare ad Elea." La Parola del passato no. 76:73-90.

  77. Greco, Giovanna. 2012. "Parmenide e Zenone: imagines illustrium nella Velia romana." In Λόγον διδόναι. La filosofia come esercizio del render ragione. Studi in onore di Giovanni Casertano, edited by Palumbo, Lidia, 159-185. Loffredo: Napoli.

  78. Guazzoni Foà, Virginia. 1958. "Le recenti interpretazioni italiane e straniere dell' "essere eleatico"." Rivista di Filosofia Neo-Scolastica no. 50:326-340.

  79. ———. 1961. Attualità dell'ontologia eleatica. Torino: Società Editrice Internazionale.

    Indice: Premessa V-VII; Gli Eleati 1; Senofane 3; Parmenide 35; Zenone 77; Melisso 127; Conclusione 143; Grammatica e filosofia nell'interpretazione di einai, on, ousia 153; Einai 155; On (negli Eleati) 185; Excursus: il tò on presso Platone ed Aristotele 204; Ousia 221; Conclusione 236; Bibliografia degli Eleati 247; Bibliografia di einai, on, ousia 251-256.

    "Nel presentare questo volume ci sembra utile avvertire il lettore che siamo stati indotti ad unire i nostri due studi (I. Gli Eleati; II. Rapporti tra grammatica e filosofia nell'interpretazione del greco einai, on, ousia) sotto l'unico titolo: Attualità dell'ontologia eleatica per la evidente connessione che é possibile rilevare tra lo studio dei frammenti dei filosofi che appartengono alla scuola di Elea e lo studio dell'essere, nonché tra lo stesso concetto dell'essere che fu da quei pensatori elaborato per la prima volta nella storia della filosofia greca e la problematica attuale su di esso, viva oggi come ieri. Che l'attualità del problema dell'essere sia sentita dagli studiosi contemporanei è prova l'abbondante messe di studi a sfondo idealistico, esistenzialistico, cristiano che sono stati recentemente pubblicati. È anzi particolare merito dello Heidegger l'aver posto e cercato di svolgere il problema dell'essere «come costitutivo essenziale della verità riportandolo al suo significato originario »: (1) è solo mediante lo studio dei Presocratici che, secondo lo Heidegger (2) si può giungere alla conoscenza dell'essere, della verità, del divino. Affermazione questa di grande importanza perché, come risulterà dal nostro studio -- che si discosta, per altro, dalle conclusioni heideggeriane -- é partendo dalla concezione eleatica (e particolarmente parmenidea) che si può giungere alla determinazione dell'essere concepito nel senso cristiano. Con quest'affermazione, com'è ovvio, intendiamo definire sin d'ora, l'atteggiamento del nostro pensiero che é diverso dalla tesi di coloro che considerano l'essere «come elemento logico e verbale dell'affermazione» e da quella esistenzialistica. Mentre la prima poggia sul significato copulativo dell'ἐστι parmenideo e sostiene la dimostrazione della genesi dell'ontologismo parmenideo dal suo logicismo, la seconda tesi, dopo aver escluso l'interpretazione idealistica del significato dell'è del giudizio da ascrivere all'ἐστι parmenideo, procede all'identificazione dell'essere con l'apparire.

    Un esame attento dei frammenti di Parmenide ci porterà a sostenere un valore esistenziale ontologico dell’έστι che si legge in essi. A sostegno della nostra interpretazione varranno alcuni rilievi filosofici, glottologici, grammaticali. Basandoci sull’accordo di tutti i filologi nell’ammettere la lezione ἐστι (e non già έστι) nel testo parmenideo, nonché sul rilievo grammaticale che l’uso di ἐστιστι parossitono nella lingua greca racchiude in sé un valore esistenziale, sosterremo la presenza di questo valore in Parmenide: quindi il punto di partenza della disquisizione parmenidea è per noi ontologico e non logico e siamo di fronte ad un’ontologicità dell’essere e non ad un’ontologizzazione dell’essere. Dal rilievo glottologico, poi, che è insostenibile l’accostamento semantico della radice bhu di φύω alla radice bha di (ραίνω, che invece vorrebbe lo Heidegger, giungeremo a negare l’identificazione dell’essere con il fenomeno per eccellenza.

    Com’è ovvio, il valore esistenziale dell'ἐστι parmenideo non può avere ancora in sé nè il senso creazionistico nè quello idealistico né quello fenomenistico, ma tuttavia lascia aperta la via al primo. Così dicendo si salva la creazione e salvare la creazione vuol dire salvare il fondamento della metafisica cristiana « imperniata non più e non soltanto attorno all’οὐσία, ma attorno all’atto di essere ».(3) Trovare il fondamento della creazione vuol dire trovare la giustificazione di quanto di più vitale è nel Cristianesimo. Questa interpretazione, poi, conserva la consistenza all’essere di fronte alle altre due tesi che tendono a svuotarlo del suo essenziale significato." (pp. V-VI)

    (1) Fabro, C. Partecipation et causalité, Louvain, 1961, pag. 153.

    (2) Heidegger, M. "Der Spruch des Anaximander", in Holzwege, Frankfurt a. M., 1950. pag. 296.

    (3) Fabro, C. La nozione metafisica di partecipazione secondo S. Tommaso, Torino, SEI, 1949, p. 349.

  80. Heidegger, Martin. 1999. Parmenide. Milano: Adelphi.

    Traduzione di Franco Volpi.

  81. ———. 2022. L'inizio della filosofia occidentale. Interpretazione di Anassimandro e Parmenide. Milano: Adelphi.

    A cura di Peter Trawny. Edizione italiana a cura di Giovanni Gurisatti.

    "Tenuto nel 1932 e dedicato all’interpreta­zione di Anassimandro e Parmenide – in­sieme a Eraclito i «pensatori iniziali» del­la filosofia occidentale –, questo corso uni­versitario rappresenta una vera e propria cesura nel percorso di Heidegger dopo Essere e tempo, e si inserisce nella celebre «svol­ta» inaugurata dal saggio del 1930 sull’Essenza della verità. Compito della filosofia è ormai per Heidegger, impegnato nella ri­cerca di tale essenza, quello di rievocare la forza delle parole più elementari del pen­siero delle origini – phýsis, alétheia, noûs, lógos – mediante una comprensione prefilosofica, cioè preplatonica e prearistoteli­ca, del fenomeno della verità. Si tratta cioè di compiere quel passo indietro che per­mette di ripensare in modo ancora più iniziale l’inizio del pensiero occidentale, pri­ma della soglia che dà accesso alla storia della metafisica: non già per operare una ricostruzione filologica e storiografica, ma nella prospettiva che tale «inizio più inizia­le» possa essere «ripetuto» e, soprattutto, trasformato in un nuovo inizio, promosso da un’umanità futura in modo ancora più originario. Sicché, conclude Heidegger, «l’inizio non sta più dietro di noi, alle no­stre spalle, bensì sta davanti a noi in quan­to compito essenziale della nostra più pro­pria essenza».

  82. Imbraguglia, Giorgio. 1974. L'ordinamento assiomatico nei frammenti parmenidei : per uno studio sulla genesi dell'assiomatica astratta nel processo di formazione delle teorie scientifiche. Milano: Marzorati.

  83. ———. 1979. Teoria e mito in Parmenide. Genova: Studio editoriale di cultura.

  84. ———. 1985. "Via della Demone o via del Nume?" Filosofia oggi no. 8:233-284.

  85. Isnardi Parente, Margherita. 1988. "Il Parmenide di Plutarco." La Parola del passato no. 43:225-236.

  86. Lapini, Walter. 2003. ""Ma non uguale all'altro" (Parmen. B8.58-59)." In Studi di filologia filosofica greca, 73-89. Firenze: Olschki.

  87. Leszl, Walter. 1988. "Un approccio 'epistemologico' all'ontologia parmenidea." La Parola del passato no. 43:281-311.

    "Maintains that an epistemological approach to Parmenides' metaphysics can yield more meaningful results than a strictly semantical interpretation of the language of his poem. Explores various themes related to Parmenides' ontology: the relationship between language, thought, and reality; the eternity of Being; and the epistemological conditions which render knowledge true and genuine." [N.]

  88. Licciardi, Ivan Adriano. 2016. Parmenide tràdito, Parmenide tradìto: nel Commentario di Simplicio alla Fisica di Aristotele. Sankt Augustin: Academia Verlag.

  89. ———. 2016. "Modi di guardare: su alcuni verba videndi omerici in Parmenide ed Empedocle." In Modi di guardare: su alcuni verba videndi omerici in Parmenide ed Empedocle, edited by Cardullo, R. Loredana and Giardina, Giovanna, 15-40. Sankt August: Academia Verlag.

  90. ———. 2017. Critica dell’apparente e critica apparente. Simplicio interprete di Parmenide nel Commentario al de Caelo di Aristotele. Sankt Augustin: Academia Verlg.

    Saggio introduttivo, raccolta dei testi in greco, traduzione e commentario.

  91. Marino, Silvio. 2012. "Un'immagine del corpo tra epos e scienza. Il frammento B16 di Parmenide." In Elementi eleatici, edited by Pozzoni, Ivan, 61-77. Villasanta: Limina Mentis.

  92. Marsoner, Agostino. 1978. "La struttura del Proemio di Parmenide." Annali dell'Istituto Italiano per gli Studi Storici no. 5:127-181.

    "Il fr. 1 di Parmenide, trascurato da Zeller, ma rimesso successivamente in luce da ulteriori studi, appare meritevole di attenzione particolare in quanto sembra racchiudere in forma metaforica l'enunciazione dei principi dottrinari del sistema parmenideo. La corretta esegesi del frammento deve tuttavia scaturire da un esame preliminare riguardante la struttura secondo la quale viene allegoricamente espressa la concezione metafisica esposta nel prosieguo del poema. Una prima analisi rivela una composizione 'ad anello' che abbraccia quasi l'intero proemio." (p. 127)

    (...)

    "A base della struttura del proemio è dunque posta una concezione triadica, che scaturisce dalla dialettica della antitesi fondamentale tra essere e non essere. Da un'indistinta molteplicità iniziale, simboleggiata nel primo anello dal numero imprecisato delle cavalle, si passa, nel secondo anello, ad un primo riconoscimento della natura dell'essere in quanto eterna extratemporalità. Il terzo anello rappresenta la sistematica classificazione delle antitesi, metodo che conduce ad una precisa definizione del non essere, tema del quarto anello. Nel quinto anello si riconosce la suprema antitesi metafisica essere-non essere, mediante la quale si giunge, nel centro, all'affermazione definitiva della realtà assoluta dell'Essere, del quale sono predicabili soltanto talune determinazioni." (p. 179 note omesse)

  93. Martinelli, Flaminia. 1987. "Fra Omero e Pindaro: Parmenide poeta." In Forme del sapere nei presocratici, edited by Capizzi, Antonio and Casertano, Giovanni, 169-186. Roma: Edizioni dell'Ateneo.

  94. Michestaedter, Carlo. 2003. Parmenide ed Eraclito; Empedocle: appunti di filosofia Milano: SE.

    A cura di Alfonso Cariolato ed Enrico Fongaro-

  95. Mignosi, Rosa. 1977. Parmenide e la logica della disgiunzione. Palermo: Flaccovio.

  96. Montagnino, Marco. 2018. "L’ἀλήθεια dell’‘essere’ nel cielo del proemio parmenideo (28, B1 D.-K.)." Sileno no. 44:149-193.

    Abstract: "The dóxa is a major aspect of Parmenides’ “scientific” commitment, as evidenced by studies of its discoveries in various fields of knowledge. Among them in astronomy.

    However, these studies have ended up identifying a scientific plan separate from the mythical religious and philosophical one of the first part. This survey explores the possibility of reconsidering the presence in the Parmenides’ dóxa of ontology and theology. It does so by proposing the hypothesis that the proem contains among the multiple semantic-linguistic layers the mythopoeic presentation of the astronomical theorem of the identity of Eos and Hesperus, with the intent of showing, from the very beginning and in the most authoritative language for his audience , the alḗtheia of «being» on the divine stage of the celestial sphere. In our reading, therefore, the deities that enter the scene give life to a firmament that interconnects every

    cosmic dimension with each other and leads the one who knows (the εἰδότα φῶτα; B1, 3) – he knows that πᾶν πλέον ἐστὶν ὁμοῦ φάεος καὶ νυκτὸς because ἐπεὶ οὐδετέρωι μέτα μηδέν (B9, 3-4) – on the other side of the sky, in the presence of the theá that will reveal to him the meaning of everything."

  97. Montevechi, Federica. 2021. "L’Uomo divino: azione e conoscenza in Eraclito, Parmenide e Zenone." In Penser les dieux avec les présocratiques, edited by Saetta Cottone, Rossella 113-127. Paris: Rue d'Ulm.

  98. Ottaviano, Carmelo. 1965. "La prima testimonianza epigrafica su Parmenide filosofo e medico?" Sophia no. 33:311-313.

  99. Passa, Enzo. 2009. Parmenide: tradizione del testo e questioni di lingua. Roma: Edzioni Quasar.

    Sommario: Premessa 11; Introduzione: Parmenide tra Elea e Atene

    Parte I: La trasmissione del poema nell'antichità.

    Capitolo I: le fonti e la loro attendibilità 21; Capitolo 2: Problemi di costituzione del testo 45;

    Parte II: Tradizione epica e dialetto ionico.

    Capitolo 1: La dizione dei frammenti 73; Capitolo 2: Forme notevoli 99;

    Parte III: Rapporti con altre tradizioni letterarie.

    Capitolo 1: Atticismi della tradizione 119; Capitolo 2: Influsso della lirica corale 129;

    Conclusioni 143; Abbreviazioni 151; Bibliografia 153; Indice delle prole greche 161; Indice dei passi discussi 163-167.

    "Ho iniziato le mie ricerche sulla lingua di Parmenide percorrendo la via fino a oggi più battuta negli studi, quella - fondamentale - del rapporto tra la dizione parmenidea e i suoi modelli epici. Quindi mi sono rivolto à studiare il delicato problema dei rapporti tra i dialetti e le tradizioni letterarie in un poeta attivo in un'area di intensi contatti culturali e linguistici come il mondo coloniale d'Occidente. A un certo punto, tuttavia, si è delineata ai miei occhi con contorni sempre più nitidi una questione che non ho tardato a riconoscere della massima importanza: mentre studiavo i problemi linguistici posti dai frammenti di Parmenide, mi sono infatti accorto che essi non possono essere affrontati con profitto senza che la loro trattazione venga preceduta da un'attenta disamina delle fonti che ci hanno trasmesso i vari testi. In altre parole, ho iniziato a riscontrare convergenze e divergenze significative tra fonti diverse o tra diversi gruppi di fonti; e mi sono convinto che ordinare quelle fonti in base a criteri linguistici avrebbe potuto condurre a un progresso rilevante per la nostra conoscenza della storia del testo di Parmenide.

    Il mio libro riflette questo percorso di studio. La prima parte è infatti dedicata alla storia del testo di Parmenide nell'antichità, alla discussione sull'attendibilità delle fonti e ad alcuni tra i più tormentati problemi di costituzione del testo. La seconda parte si occupa del rapporto tra il dialetto ionico, la dizione parmenidea e quella dell'epica tradizionale. La terza parte, infine, studia l'influsso sul testo di Parmenide di tradizioni poetiche altre rispetto alla tradizione ionico-epica, mettendo in luce da un lato il carattere secondario di un alto numero di elementi linguistici riconducibili all'attico, dall'altro le probabili influenze esercitate su Parmenide dalla lingua della lirica." (pp. 11-12)

  100. Pieri, Alberto. 1977. "Parmenide e la lingua della tradizione epica greca." Studi Italiani di Filologia Classica no. 49:68-103.

  101. Pizzo, Alessandro. 2013. "Ontologia in Parmenide: come e cosa si pensa quando si dice «è»." Dialeghestai:1-22.

  102. Popper, Karl Raimund. 1998. Il mondo di Parmenide. Alla scoperta della filosofia presocratica. Casale Monferrato: Piemme.

  103. Porfirio. 1993. Commentario al "Parmenide" di Platone. Milano: Vita e Pensiero.

    Saggio introduttivo, testo con apparati critici e note di commento a cura di Pierre Hadot; presentazione di Giovanni Reale; traduzione e bibliografia di Giussepe Girgenti.

  104. Pozzoni, Ivan, ed. 2012. Elementi eleatici. Monza: Limina Mentis.

    Sommario: Maria Michela Sassi: Prefazione 5; Walter Fratticci: L'esperienza fondamentale di Parmenide 9; Alessia Ferrari: Echi orfici nel proemio del poema di Parmenide 41; Silvio Marino: Un'immagine del corpo tra epos e scienza. Il frammento B 16 di Parmenide 61; Dario Zucchello: Parmenide e la περὶ φύσεως ἱστορία » 79; Massimo Pulpito: La freccia sospesa. Un argomento zenoniano contro il movimento (ma non contro il tempo) 133; Sofia Ranzato: Una nuova immagine dell'uomo ephemeros (28 B 16 DK) 173; Roberto Baldini: Lo stesso è infatti "pensare" ed "essere" 201; Giovanni Schiavo Campo: Il fato della fisica di Pamenide 219; Alessandro Medri: agli albori della metafisica: Parmenide e la noeticità dell'essere 245; Ivan Pozzoni: L'ontologia civica eleatica come aristocrazia moderata 265; (Giacomo Borbone: Essere, nulla e divenire: il ritorno a Parmenide di Emanuele Severino 299; Antonio Melillo: La supremazia della parola poetica: una lettura contemporanea di Pamenide 331; Alessandro Pizzo: La svolta ontologica in Parmenide: come e cosa si pensa quando si dice "è" 357; Camilla Ilaria Colombo; La critica contemporanea si interroga su Parmenide 389-419.

  105. Privitera, Giuseppe Aurelio. 2011. "La dea di Parmenide: Θεία." Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche. Rendiconti. Serie 9 no. 22:5-10.

  106. ———. 2011. "La porta della luce in Parmenide e il viaggio del sole in Mimnermo." Atti della Accademia nazionale dei Lincei. Classe di scienze morali, storiche e filologiche. Rendiconti. Serie 9 no. 29:447-463.

  107. Pulpito, Massimo. 2003. "Atemporalità, perpetuità, totalità: un trivio interpretativo nel poema di Parmenide." Annali della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Siena no. 24:1-30.

  108. ———. 2005. Parmenide e la negazione del tempo: interpretazioni e problemi. Milano: LED Edizioni.

  109. ———. 2010. "Monismo predicazionale. Sui limiti di un'interpretazione epistemologica dell'eleatismo." Méthexis.International Journal for Ancient Philosophy no. 23:5-33.

    Abstract: "Today, the field of Parmenidean studies is still divided over the fundamental question of the correct exegesis of the verb 'to be' in the poem On Nature. The two principal interpretative lines supported by

    scholars are, on the one hand, the traditional view that understands the verb 'to be' in its existential sense and, on the other, the one that arose in the 20th century that focuses on its predicative sense. This paper examines the latest and most ambitious attempt to interpret the thought of Parmenides and the profound influence that he had on pluralist philosophers, starting from a purely predicative approach. It is an epistemological interpretation of the Eleaticism proposed by Patricia Curd, centred on the notion of 'predicational monism', which has the unquestionable merit to place Parmenides within the pre-Socratic naturalistic debate but that, after a careful analysis, fails to convince. In fact, this interpretation, which certainly appears to be one of the most articulate and intelligent proposais of recent years, raises a series of exegetical and argumentative problems that do not seem possible to resolve without exiting the predicative horizon."

  110. ———. 2015. "Il crocevia ontologico e i due volti della Doxa. Un’apologia della terza via in Parmenide." Peitho. Examina Antiqua no. 6:265-293.

  111. ———. 2020. "Transizioni prospettiche nel poema didascalico di Parmenide." P.O.I. Rivista di indagine filosofica e di nuove pratiche della conoscenza no. 6/7:61-82.

  112. Radice, Roberto. 2015. Parmenide. Milano: Corriere della Sera.

  113. Ranzato, Sofia. 2013. "Luce e Notte nel Proemio di Parmenide." In Origini e svolgimento del pensiero greco: studi per Jean-Pierre Vernant, edited by Di Donato, Riccardo, 11-28. Pisa: ETS.

  114. ———. 2015. Il kouros e la verità. Polivalenza delle immagini nel poema di Parmenide. Pisa: Edizioni ETS.

    Indice: Ringraziamenti 11; Introduzione 15; Abbreviazioni 23; Capitolo 1: Luce e Notte nel proemio di Parmenide 25; Capitolo 2: Parmenide tra la dea e gli uomini 57; Capitolo 3: Nel cuore di ben rotonda verità 125; Capitolo 4: La metamorfosi della cosmogonia 181; Bibliografia 229; Indice dei nomi antichi 263; Indice dei passi citati 269; Indice dei nomi moderni 287-291.

    "Su queste basi, il poema viene qui interpretato secondo l’ordine in cui le immagini sembrano ricorrere in un percorso che parte dal proemio, affronta il discorso su verità (l'alêtheia), e termina con l’analisi delle opinioni dei mortali (la doxa).

    Il proemio, come è noto, è un racconto mitico che ha per protagonista l’autore del poema. Non sorprende, pertanto, che qui più che altrove l'Eleate faccia uso delle immagini, sfruttando al massimo la loro potenzialità evocativa. Per tale motivo a questa parte dell’opera sono dedicati ben due capitoli di questo studio. Il primo si concentra sul percorso che il giovane compie fino a giungere all’incontro con la dea che gli impartisce l’insegnamento riferito nel poema.

    (...)

    Il secondo capitolo si concentra, invece, sulla scena dell’incontro tra il giovane e la dea e tenta di approfondire le modalità del loro relazionarsi, a partire dalla definizione dell’identità del primo sulla base del racconto in prima persona e della presentazione che ne fa la divinità nel momento in cui lo accoglie nella sua dimora. In tal senso sarà importante considerare anche il luogo dell’incontro e il suo richiamo al paesaggio mitico dell’oltretomba.

    (...)

    Nella seconda parte del discorso veritiero viene poi presentata l’unica realtà ammissibile per chi sceglie di seguire la via “come è”: to eon. Esso è subito presentato attraverso una serie di tratti distintivi (semata) che permettono di assimilarlo alla nuova immagine del divino che si andava diffondendo all’epoca, ravvisabile soprattutto nell’opera di Senofane.

    (...)

    La parte conclusiva del poema dell’Eleate è dedicata, invece, al miglior quadro del cosmo realizzabile da chi resta nella prospettiva comunemente condivisa dagli uomini. In tale sezione, l’uso di un discorso in esametri che racconta l’origine del cosmo attiva un automatico confronto con le teogonie tradizionali, da cui, peraltro, la cosmogonia qui presentata si distanzia, sia per l’adozione di alcuni termini e concetti elaborati in seno alle ricerche fisiche e cosmologiche più recenti, sia per alcuni suoi tratti specifici. Nella prima parte dell’ultimo capitolo si tenterà dunque di capire il senso della scelta di Luce e Notte come principi fondanti questo quadro cosmico, sulla base del confronto con la funzione che le stesse entità ricoprono nelle teogonie tradizionali e nei testi dei naturalisti, in particolare nella riflessione ili Eraclito sull’unità degli opposti. Affrontando il problema in questa prospettiva potremo concludere che la cosmologia proposta nella sezione liliale dell’opera dell’Eleate, per quanto verisimile, non corrisponderà mai, in verità, proprio perché fondata su due principi che non possono in alcun modo essere ricondotti all’eon parmenideo, fondando invece le basi di una VI ione del reale attraversata da un continuo divenire.

    In questo quadro, particolare attenzione sarà rivolta all’analisi del frammento 16, in cui è descritto il processo con cui l’uomo conosce in base alla corrispondenza tra Luce e Notte all’interno e al di fuori del soggetto.

    (...)

    Una lettura dell’opera di Parmenide concentrata sull’efficacia comunicativa delle immagini che vi ricorrono permetterà dunque di proporre un’interpretazione globale del poema dell’Eleate e della relazione tra le tre parti di cui si compone (proemio, alëtheia e doxa); e, al tempo stesso, contribuirà a stabilire in che modo il discorso poetico dell’autore si inserisce all’interno del contesto culturale in cui è stato composto." (pp. 18-21)

  115. Riccardo, Amalia. 2004. "Tra ἔλεγχος e ἀπόδειξις: strategie di analisi di un testo parmenideo (DK 28 B7. 1-2) nel « Sofista » di Platone." In L'ultima parola: l'analisi dei testi, Teorie e pratiche nell'antichità greca e latina: atti del terzo Colloquio italo-francese: Napoli 13-15 marzo 2003, edited by Abbamonte, Giancarlo, Conti Bizzarro, Ferruccio and Spina, Luigi, 289-301. Napoli: Arte tipografica.

  116. Ricci, Vittorio. 2020. "Annotazioni su B1,1-3 ( B1,4a) di Parmenide." Journal of Ancient Philosophy no. 14:1-52.

    Abstract: "The extraordinary overall textual situation of Parmenides’ B1,1-3, due to complex, variegate and polymorphous causes, entailed and still entails diverse sorts of problematic issues so to constitute a true labyrinth of philological, hermeneutical and theoretical instances interwoven each other in almost inextricable way. In this analysis, a first substantial knot of philological type resulted necessary to a preliminary discrimination for making sure the textual reconstruction in order to argue then its most literarily clear and specifiable meaning. In this way it was also possible to make sure its semantic and theoretical relevancies. This research leaded to outline and, hopefully, to demonstrate no textual corruption and following misunderstanding happened before sec. XIII, namely corresponding to the lecture present in the first available manuscript, the so-called cod. N, universally excluded and entirely misevaluated, even discarded; instead it is not only the principle, but the unique reliable codex. The detailed analyse including the autoptic exam is the result of enlightening the absolute goodness of this version and the reasons both philological and hermeneutical comparations, which allow to achieve its complete textual rehabilitation and so to grasp its real conceptual content."

    "Si può approntare quindi la seguente traduzione di B1,1-4a:

    Cavalle, e esse, portando me [Quando cavalle, e esse, portarono me], fin dove l’animo raggiungerebbe, come quinto (con le quattro [presenti]), dopo che vennero a trasportami a (una) via magniloquente

    di demone (femminile), la quale (sc. via) in tutto ‘alienata’ (disattesa; occlusa) [dai mortali] porta uomo che sa, vi ero portato (destinato [ad arrivare])…" (.p. 47)

  117. Robbiano, Chiara. 2009. "Il poema di Parmenide come guida lungo la via verso la verità. La fase del resistere alla tentazione." In Gli antichi e noi: scritti in onore di Antonio Mario Battegazzore edited by Lapini, Walter [et al.], 3-11. Genova: Brigati.

  118. ———. 2010. "L'immutabilità come valore morale: da Parmenide (B8, 26-33) a Platone (Rep. 380d1-383a5)." In Il quinto secolo: studi di filosofia antica in onore di Livio Rossetti, edited by Giombini, Stefania and Marcacci, Flavia, 483-492. Passignano sul Trasimeno: Aguaplano.

  119. Rossetti, Livio. 2012. "Parmenide filosofo?" In Λόγον διδόναι. La filosofia come esercizio del render ragione. Studi in onore di Giovanni Casertano, edited by Palumbo, Lidia, 127-136. Loffredo: Napoli.

  120. ———. 2015. "La polumathia di Parmenide." Chôra no. 13:193-216.

  121. ———. 2017. Un altro Parmenide. Bologna: Diogene Multimedia.

    Vol. 1: Il sapere pery physeos – Parmenide e l'irrazionale; Vol. 2: Luna, antipodi, sessualità, logica.

  122. ———. 2017. "La filosofia virtuale di Parmenide, Zenone e Melisso uno sguardo alle prossime lezioni eleatiche." Archai no. 21:297-333.

    Abstract: "Queste note hanno lo scopo di dare un’idea delle Lezioni Eleatiche dedicate alla filosofia virtuale dei cosiddetti Eleati. Tali lezioni sono in programma per i giorni 28-30 settembre 2017 durante ELEATICA, nei locali della Fondazione Alario ad Ascea Marina, SA. Queste pagine, e così pure i dettagli dell’evento, sono (o saranno) disponibili in italiano e in inglese in www.eleatica.it e forse anche altrove.

    Perché ‘filosofia virtuale’? Perché con ogni verosimiglianza né Parmenide né Zenone o Melisso ebbero la più vaga idea di ciò che in epoche successive cominciò ad essere chiamato ‘filosofia’, e perciò non ebbero nemmeno la possibilità di delineare una

    loro filosofia. Così essi possono essere stati, al massimo, dei filosofi inconsapevoli e involontari, dunque meramente virtuali.

    Inoltre c’è abbondanza di indizi per pensare che, una volta stabilite le fondamenta della sua dottrina dell’essere, Parmenide omise di sviluppare una compiuta teoria basata su di esse, mentre fu capace di offrire una serie di dottrine su cielo, terra e organismi viventi. Ora, se così stanno le cose, in cosa dovrebbe consistere la sua filosofia virtuale? Nemmeno Zenone pervenne a delineare una sua filosofia virtuale, mentre Melisso sì."

  123. ———. 2019. "Il Parmenide « phusikos » e il meccanismo di Antikitera: risposta alle osservazioni di N.-L. Cordero (Archai 25, 2019)." Archai no. 27:2-7.

    "Tra il Decano del Collegio dei Cittadini Onorari di Elea (cioè Néstor) e me è in corso una disputa a distanza che ormai ha diversi anni alle spalle. È iniziata, infatti, con le sue Lezioni Eleatiche del 2006, che convenimmo di intitolare «Parmenide scienziato?». All’epoca Néstor era già pronto a dire esattamente ciò che ha appena ripetuto nel titolo del suo recente intervento su Archai: “sì, scienziato, ma…” (mentre io avrei fatto a meno di quel “ma” già allora). All’epoca la sua preoccupazione era di trovare un posto, per il sapere naturalistico di Parmenide, nella cornice della trattazione sull’essere, dunque di collocarla all’interno di questa ‘scatola’ molto sui generis. Così egli otteneva di non toccare quella, che fin dai tempi di Melisso, Gorgia e Platone, è sempre stata considerata l’idea centrale e l’insegnamento cardine del parmenidismo: la riflessione sull’essere.(1)"

    (1) Ricordo che, durante tutto il Novecento la dottrina dell’essere ha fatto di Parmenide un pensatore sempre più importante, ma anche sempre più inarrivabile. Con una conseguenza sicuramente inattesa: una dilatazione dell’offerta di libri e articoli sul suo poema così estrema da passare da una media di una monografia ogni dieci anni (agli inizi del Novecento) fino a una media di due monografie all’anno (nel nostro XXI secolo).

  124. ———. 2019. "Mondo vero e mondo falso in Parmenide." In ὁδοὶ νοῆσαι. Ways to Think. Essays in Honour of Néstor-Luis Cordero, edited by Pulpito, Massimo and Spangenberg, Pilar, 143-153. Bologna: Diogene Multimedia.

    Riassunto: "Una consolidata communis opinio vuole che, confidando nei versi finali del Proemio e nei versi finali di B8, a Parmenide si debba attribuire un’immagine del mondo cost semplificata da non far posto alia distinzione tra le chiacchiere degli ignoranti e il raffinato e, in molti casi, ampiamente comprovato sapere impartito dalla dea. Ma, se la verità viene associata alla sola trattazione sull’essere, e se ciò che ricade nella sfera della non-verità viene assimilato alle opinioni irriflesse della gente, queste opinioni e gli insegnamenti su cielo, terra e organismi viventi verrebbero poste sullo stesso piano delle opinioni dei mortali. Possibile che questo abbia insegnato Parmenide? Non sarebbe troppo strano? E stato Nestor Corderò, in anni a noi vicini, ad aver finalmente messo a fuoco il problema, e anche ad aver avanzato una sua ipotesi di soluzione. La sua idea è che non siamo affatto tenuti ad assimilare il sapere naturalistico impartito dalla dea alle opinioni irriflesse. A suo avviso, è logico che questo sapere faccia parte dell’area di ciò che è vero. A mio parere bisogna distinguere il problema dalla soluzione. Molte ragioni invitano a non mettere sullo stesso piano il sapere naturalistico e le opinioni irriflesse della gente. In questo, Corderò ha ragione. Tuttavia la soluzione da lui proposta è incompatibile con un passo di Simplicio, Cael. 558.3-11, che è presente in Coxon ma non in Diels-Kranz o Laks-Most. Su questa base viene avanzata una proposta alternativa."

  125. ———. 2020. Parmenide e Zenone: « sophoi » ad Elea. Pistoia: Petite Plaisance.

    Presentazione di Mariana Gardella Hueso.

  126. Ruggiu, Luigi. 1988. "Unità e molteplicità in Parmenide." La Parola del passato no. 43:347-372.

  127. ———. 1991. "Heidegger e Parmenide." In Heidegger e la metafisica, edited by Ruggerini, Mario, 49-81. Genova: Marietti.

  128. ———. 2014. Parmenide. Nostos. L’essere e gli enti. Udine: Mimesis Edizioni.

    Seconda edizione rivista e ampliata.

    Prima edizione: Venezia, Marsilio, 1975.

  129. ———. 2015. "Il filosofare di Parmenide." In Seconda navigazione. Omaggio a Giovanni Reale, edited by Radice, Roberto and Tiengo, Glauco, 587-615. Milano: Vita e Pensiero.

  130. Ruggiu, Luigi, and Natali, Carlo, eds. 2011. Ontologia scienza mito. Per una nuova lettura di Parmenide. Udine: Mimesis Edizioni.

    Indice: Luigi Ruggiu: Introduzione 9;

    SAGGI

    Jean Bollack: Questions de lecture 43; Giovanni Cerri: La fisica di Parmenide 51; Nestor Louis Cordero: La "doxa des mortels" n'est pas la "physique" de Parménide 81; Fernando Santoro: Il tribunale di Parmenide 91; Enrico Berti: Verità e necessità in Parmenide, Fr. 2 D-K 105; Patricia Curd: Divnity and intelligibility in Parmenides 117; Arnold Hermann: What are the semata of "what is not" in Parmenides' poem? 135; Luigi Ruggiu: Il cuore della verità: ontologia e scienza in Parmenide 173;

    INTERVENTI

    Maddalena Nonelli: Parmenide e l'orgine dell'ontologia scientifica 213; Daniela De Cecco: Le porte del proemio parmenideo in una testimonianza di Numenio (fr.31 Des Places) 223; Aude Engel: Le proème de Parménide, du monde à l'étant, un voyage à trasvers la doxa 235; Stefano Maso: La dea accoglie e parla 247; Massimo Pulpito: Quanto dura τὸ ἐόν? Parmeide e la presupposizione del tempo 257; Livio Rossetti: Intorno alle metafore di Parmenide (e all'articolo di Fernando Santoro) 271; Davide Spanio: εἶναι μή ἐόντα. Il discorso intorno al non essere (Sofista, 239b4) 281;

    ELENCO DEGLI AUTORI 297.

  131. Russo, Lucio. 2005. "Parmenide e la scienza moderna." SemRom. Seminari Romani di cultura greca no. 8:131-134.

  132. Sainati, Vittorio. 1965. "Tra Parmenide e Protagora (Le premesse storiche della logica greca)." Filosofia no. 16:49-110.

  133. Sangiacomo, Andrea. 2007. La sfida di Parmenide: verso la rinascenza. Saonara: Il Prato.

    Presentazione di Giuseppe Girgenti.

  134. Santillana, Giorgio de. 1967. "Prologo a Parmenide." De Homine no. 22-23:3-50.

    Ristampato in G. de Santillana, Prologo a Parmenide e altri saggi, Firenze: Sansoni, 1971 e in Fato antico e Fato Moderno, Milano. Adelphi, 1985.

  135. Sassi, Maria Michela. 1988. "Parmenide al bivio. Per un'interpretazione del proemio." La Parola del passato no. 43:383-396.

  136. Sasso, Gennaro. 1988. "L'esegesi parmenidea di Guido Calogero." La Cultura no. 26:189-285.

    Ristampato in G. Sasso, Filosofia e idealismo. III. De Ruggiero, Calogero, Scaravelli, Bibliopolis, 1997, pp. 177-299.

  137. Scalera McClintock, Giuliana. 2006. "Dalle personificazioni di Esiodo alla Thea di Parmenide. Considerazioni sul rapporto tra femminile e astratto." Aion. Annali dell'Istituto universitario Orientale di Napoli no. 28:25-48.

  138. Serra, Mauro. 2005. "All'ombra di Parmenide: considerazioni in margine al De Melisso, Xenophane et Gorgia." In Da Elea a Samo. Filosofi e politici di fronte all'impero ateniese. Atti del convegno di studi: Santa Maria Capua Vetere, 4-5 giugno 2003, 49-58. Napoli: Arte Tipografica.

  139. Severino, Emanuele. 1964. "Ritornare a Parmenide." Rivista di Filosofia Neoscolastica no. 56:137-175.

    Ristampato in E. Severino, Essenza del nichilismo, Milano, Adelphi, 1972, pp. 19-61.

  140. ———. 1965. "Ritornare a Parmenide. Poscritto." Rivista di Filosofia Neoscolastica no. 56:559-618.

    Ristampato in E. Severino, Essenza del nichilismo, Milano, Adelphi, 1972, pp. 63-133.

  141. Spinelli, Emidio. 1991. "Parmenide fr. 8,5-6: contra Simplicium?" Elenchos no. 12:303-312.

  142. Tarca, Luigi Vero. 2013. "Opposizione e verità: l’enigmatica via di Parmenide." Peitho. Examina Antiqua no. 4:105-124.

    Abstract: "In Parmenides’ B 8 37–41, we find a question that raises a difficult problem: how can Parmenides handle the opposition between “being and not” (i.e. being and not being) in the same way as the oppositions which characterize the mortals’ opinions? This question is especially relevant for answering the following theoretical question: how do we to treat the fundamental philosophical question of oppositions at large? To answer these question we need to reinterpret some major points of Parmenides’ thought: the second part of his poem, but also the identification of πέλειν and εἶναι in B 6 8, as well as other passages of the poem. But, above all, the question makes us introduce some distinctions within the oncept of negation and, consequently, between difference and negation. This allows us to distinguish the affirmation of the truth of being from the negation of the negation of being (i.e. the negation of nonbeing). This distinction has a major philosophical relevance, as can be seen by referring it to such thinkers as Plato, Hegel and Heidegger."

  143. Timpanaro Cardini, Maria. 1967. "Saggio sugli Eleati." Studi Classici e Orientali no. 16:149-255.

  144. Trabattoni, Franco. 1998. "Parmenide, fr. 1, 31-32." Hyperboreus no. 4:5-20.

  145. Traglia, Antonio. 1955. "Per la storia dei termini onoma e rhema e sul valore di onoma, logos ed epos in Eraclito e in Parmenide." In Contributi dell'Istituto di Storia della Filosofia dell'Università di Bari, 147-161. Trani: Vecchi & C. Editori.

  146. Tulli, Mauro. 2000. "Esiodo nella memoria di Parmenide." In Letteratura e riflessione sulla letteratura nella cultura classica. Atti del convegno: Pisa, 7-9 giugno 1999, edited by Arrighetti, Graziano and Tulli, Mauro, 65-81. Pisa: Giardini.

  147. ———. 2005. "Investitura e conquista del sapere: la dea nel proemio di Parmenide." Humanitas: Rivista Bimestrale di Cultura no. 60:658-669.

    Abstract: "Parmenide impiega il codice dell'epica di Omero e di Esiodo sia per definire l'origine del proprio sapere, tramite il racconto del viaggio e dell'incontro con la dea, sia per delineare l'opposizione fra verità e opinione, opposizione modellata sul rapporto vero-falso in Omero e in Esiodo."

  148. Untersteiner, Mario. 1955. "«L’essere di Parmenide è οὖλον non ἕν." Rivista Critica di Storia della Filosofia no. 10:5-23.

    Ristampato come primo capitolo in: M. Untersteiner, Parmenide. Testimonianze e frammenti, Firenze, La Nuova Italia, 1958.

  149. ———. 1956. "L’ὁδός di Parmenide come via all’ἐόν." Studi urbinati no. 29:22-69.

  150. ———. 1956. Parmenide: interpretazioni filologiche e ricostruzione del pensiero. Genova: Libreria Mario Bozzi.

  151. Vitali, Renzo. 1969. "Il νόος di Parmenide." Vichiana. Rassegna Internazionale di Studi Filologici e Storici no. 6:227-251.

  152. ———. 1972. "Il φῦν di Parmenide." Studi Urbinati. Serie B, Scienze Umane e Sociali no. 46:303-324.

  153. Zeller, Eduard, and Mondolfo, Rodolfo. 1967. La filosofia dei Greci nel suo sviluppo storico. Parte I. I Presocratici. Volume III. Eleati. Firenze: La Nuova Italia.

    Traduzione aggiornata di E. Zeller, Die Philosophie der Griechen in ihrer geschichtlichen Entwicklung, (quinta edizione, 1892).

    Il capitolo su Parmenide (pp. 165-355), a cura di Giovanni Reale, contiene un esame approfondito della lettueratura critica fino al 1965.

    Ristampato nel volume Gli Eleati, Milano, Bompiani, 2011 con una bibliografia aggiornata (1965-2010) a cura di Giovanni Girgenti (pp. 481-539).

  154. Zucchello, Dario. 2019. "Avventure della mente: a proposito dell’altro Parmenide di Livio Rossetti." Peitho. Examina Antiqua no. 10:173-188.